In questo articolo non voglio parlarvi di fotografia, ma vi voglio raccontare di un esperienza che ho vissuto in prima persona e che mi ha lasciato con una sensazione di amaro in bocca che difficilmente riuscirò a cancellare.
La mattina del 12 giugno del 2020, alle 7:00 circa, mi è stata segnalata la presenza di un grosso cetaceo sotto costa a Brancaleone Marina, piccolo paesino in in provincia di Reggio Calabria. In un istante mi vesto, prendo il drone, macchina fotografica e corro come un fulmine sul lungomare per per cercare di avvistare il cetaceo e scattare un alcune fotografie. Dalla spiaggia non si capiva molto bene di che specie si trattasse, ma era ben visibile e pure molto grande. Si trattava di un grosso cetaceo che nuotava a circa mezzo miglio dalla costa.
Immediatamente faccio partire il drone e in pochi attimi volo lo raggiungo. Le immagini non lasciano spazio a dubbi, si tratta di una Balenottera comune che nuota verso Capo Spartivento, in direzione Sud. Appena visualizzo le prime immagini inviate dal drone, il mio umore si trasforma da persona felice per l’avvistamento di una balenottera, a uomo triste che non poteva credere ai propri occhi. La Balenottera non aveva la coda!
Non riuscivo a capire. che cos’era successo? Che cosa gli era capitato? Nel frattempo l’animale continuava a nuotare, pure abbastanza velocemente, e dopo 6/7 minuti il drone aveva raggiunto la distanza massima e quindi non riuscivo più a scattare fotografie, la stavo perdendo. In mare però c’era un imbarcazione e grazie a un giro di telefonate sono riuscito a contattare il proprietario che gentilmente è venuto a prendermi sulla spiaggia per raggiungere il cetaceo via mare e scattare delle fotografare più da vicino.
Raggiunta la Balenottera ho iniziato a scattare fotografie, ma più ci avvicinavamo, più era chiaro cosa poteva essere successo. La cicatrice sulla coda non era fresca, si vedeva chiaramente. Molto probabilmente la balenottera si sarà impigliata in una rete da pesca che gli ha causato strozzatura e vaso costrizione, lacerando la carne mandando in necrosi la parte, che presumibilmente, dopo un certo periodo di tempo si è staccata. Chissà per quanto tempo si sarà portata dietro quel dolore. Chissà quanta sofferenza.
Ero emozionato perché mi trovavo difronte a un gigante dei nostri mari, un avvistamento non certo facile da effettuare, ma allo stesso tempo avevo una sensazione di tristezza che mi stringeva lo stomaco. Occupandomi di tartarughe marine sapevo benissimo quale fosse la procedura da mettere in pratica, ma in questo caso non potevo fare nulla. Stiamo parlando di un animale lungo circa 15 mt e pesante diverse tonnellate. Chiamai la Guardia Costiera, ma cosa avremmo potuto fare?
Dopo aver scattato un po’ di foto ed averla seguita per alcune miglia abbiamo deciso di lasciarla tranquilla e tornare indietro da dove eravamo partiti. Penso che però quella sensazione di tristezza che ho provato nel momento in cui ho raggiunto la balenottera, la porterò per sempre con me. Quell’amaro in bocca non andrà più via.
Non è la prima esperienza di questo tipo che vivo, in passato mi sono capitati casi molto simili con Tartarughe Marine, Tursiopi, Stenelle e addirittura anche Squali. Ma vedere un animale di queste dimensioni e sopratutto in questo stato, è veramente straziante. Noi esseri umani siamo fatti così, festeggiamo quando leggiamo notizie sugli gli animali che, a causa del lockdown, si riprendono i propri spazi, ma tornati alla normalità, continuiamo a perpetrare esattamente lo stesso stile di vita di prima, divorando giornalmente il nostro pianeta.